Al momento del processo di dissoluzione dell’URSS,
l’Azerbaigian del Nord si trasformò in un potente fulcro,
all’interno dell’area sovietica, del movimento di liberazione
nazionale. Al fine di zittire la viva protesta popolare
contro il regime sovietico totalitario istaurato ormai dagli
anni 70’ , le truppe sovietiche repressero selvaggiamente
la popolazione civile di Baku il 20 gennaio 1990. Dopo
la dissoluzione dell’URSS, fu proclamata la Repubblica
dell’Azerbaigian
indipendente
(18
ottobre
1991).
Sin di primi giorni della sua indipendenza, la Repubblica
dell’Azerbaigian subì l’aggressione armena: al fine di divider
l’Alto Garabagh (Nagorno Garabagh) dall’Azerbaigian,
i nazionalisti armeni portarono avanti una serie di azioni
separatiste. Queste aggressioni militari da parte dell’Armenia
diedero origine alla guerra. Grazie all’aiuto di alcuni Stati,
l’Armenia occupò il 20 per cento del territorio della Repubblica
dell’Azerbaigian. Di conseguenza, oltre un milione di
Azerbaigiani divennero rifugiati e profughi interni nel loro
proprio paese. La stabilità sociale e politica dell’Azerbaigian
fu totalmente sconvolta da questi avvenimenti, seguiti dalla
comparsa di forze separatiste, aggravando in tal modo il
rischio di guerra civile.