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Ecco alcuni esempi di annotazioni che in passato al-
cuni visitatori hanno espresso sulla cucina azerbaigiana.
Anthony Jenickson - marinaio inglese del
XVI secolo che visitò la città di Shamakhi – descrisse
così i piatti serviti a casa di Abdulla Khan: “Le tova-
glie sono state distese sul suolo e diversi piatti serviti.
Allineati in funzione della loro natura: ai miei occhi
vi erano 140 piatti. Poi i piatti e le tovaglie sono stati
portati via, e nuove tovaglie sono state deposte: 150
piatti comprendenti frutti ed altri alimenti sono sta-
ti portati. Così in tutto, 290 piatti sono stati serviti”.
Il Barone Fyodor Korf visitò l’Azerbaigian fra il
1834
e il 1835: “In generale i frutti sono deliziosi: uva, pe-
sche, albicocche, ciliegie, meloni e cocomeri crescono in
abbondanza… frutti succosi e profumati, dorati dal sole
glorioso dell’Oriente… Sono entrati dei servitori, portan-
do sulle loro spalle numerose varietà di pane. Il primo pi-
atto composto di formaggio di montone, cipolle, radici
ed erbe. Poi, diverse varietà di uova strapazzate, bozbash,
zuppa, fisinjan, salse agro-dolci a base di carne emandorle,
carni grigliate, plov (pilaf ) guarnito con pezzetti di carne,
ed anche uva sultanina e zafferano sono stati serviti. Per
finire, il montone intero con testa e zampe allo spiedo.
Ho contato 99 piatti a tavola, in modo tale da poter veri-
ficare la varietà e la quantità di tutte le pietanze servite. Vi